L’IMPORTANZA DEI SISTEMI ANTICADUTA PER LA SICUREZZA IN QUOTA

La sicurezza sul lavoro è importante, e quando si parla di interventi in quota diventa fondamentale dotare gli operatori di ogni dispositivo idoneo a ridurre i rischi per la sua incolumità. I sistemi anticaduta per tetti e coperture si propongono proprio questo obiettivo, assumendosi il compito di proteggere il lavoratore e prevenire le cadute accidentali. Al contempo, i sistemi anticaduta devono essere progettati in modo da lasciare all’operatore la necessaria libertà d’azione, per portare correttamente a compimento l’intervento.

I vari tipi di sistemi anticaduta: la soluzione giusta per ogni superficie

I sistemi anticaduta possono essere di vario tipo, ma tutti i modelli condividono lo stesso scopo, che è quello di assicurare la più completa protezione al team di lavoro in azione sui tetti. In caso di lavori su terrazze, tetti e coperture in genere è di primaria importanza utilizzare ancoraggi fissati saldamente alla parete o alla superficie su cui ci si muove. A tal fine, il progettista ha il compito di individuare le soluzioni più pertinenti, in base alla morfologia dei luoghi e al tipo di intervento da effettuare. In base al progetto elaborato dal professionista, il team di installatori qualificati entra in gioco sul luogo di intervento, provvedendo al fissaggio di piastre e ancoraggi, destinati all’aggancio in sicurezza dei lavoratori.

Sistemi anticaduta collettivi

Nelle operazioni sulle coperture di edifici civili e industriali, è possibile far ricorso a sistemi anticaduta collettivi, come i parapetti in alluminio o le reti in lamiera stirata. I parapetti Rego sono disponibili anche in modelli con profilo abbattibile, ideali da utilizzare su beni immobili di interesse storico e culturale, perché riducono significativamente l’impatto visivo e architettonico della protezione.

Linee vita Rego, i migliori sistemi anticaduta

Oltre ai dispositivi di protezione collettiva, è importante utilizzare anche sistemi anticaduta come le linee vita, utilizzabili da un numero limitato di lavoratori in simultanea. Le linee vita Rego di tipo C comportano l’installazione di un sistema anticaduta di eccellente affidabilità. Il sistema è modulabile con l’inserimento di uno più paletti intermedi, fino a una lunghezza massima della fune pari a 15 metri, tra un terminale e l’altro. I lavoratori, assicurati per mezzo di idonei DPI, possono operare con grande flessibilità su tutta la superficie oggetto di intervento.

Il basso impatto visivo e il design moderno ed essenziale consentono di mantenere installata la linea vita anche in modo permanente, in previsione di futuri nuovi interventi di manutenzione sul tetto o sul lastrico. Le linee vita Rego sono studiate per assicurare una perfetta indeformabilità dei componenti, con ancoraggi in acciaio o in lega di alluminio.

Più sicurezza al lavoro con i dispositivi di ancoraggio Rego

I sistemi anticaduta si compongono di elementi di fissaggio affidabili e di dispositivi di ancoraggio sicuri e versatili, adattabili ad ogni tipo di superficie. Grazie alla sua lunga esperienza, Rego è oggi in grado di offrire una vasta scelta di ancoraggi di tipo A o di sistemi anticaduta temporanei di tipo B, ideali per interventi saltuari o di manutenzione straordinaria. Tecnologia e innovazione si fondono nell’offerta Rego, che comprende anche i più diffusi dispositivi di protezione individuale (DPI), per garantire la più completa sicurezza a chi lavora in quota.

LA MANUTENZIONE DELLE LINEE VITA

L’importanza di avere professionisti che svolgano la manutenzione delle linee vita

La persona o più in generale la ditta chiamata ad intervenire su di una copertura per eseguire lavori di manutenzione ordinaria delle linee vita, qualunque sia la natura dell’intervento, deve attenersi agli obblighi derivanti dal Testo Unico sulla Sicurezza di cui al D. Lgs. 81/08. Sia nel caso del singolo lavoratore autonomo o del datore di lavoro di una impresa, si dovrà, nel caso specifico di esecuzione di lavori in quota con esposizione al pericolo di caduta dall’alto:

  • possedere idonea formazione ed addestramento all’esecuzione di lavori in quota con esposizione verso il pericolo di caduta dall’alto; suddetta formazione dovrà comprendere l’addestramento all’uso combinato di dispositivi di ancoraggio e dispositivi di collegamento ovvero di sistemi di protezione individuale.
  • valutare e scegliere le modalità e le procedure ottimali per eseguire i lavori in quota; nel caso di coperture dotate di misure protettive, siano esse configurate come sistemi di protezione individuali o collettiva, suddetta valutazione dovrà essere fatta in coerenza con quanto disciplinato all’interno dell’elaborato tecnico della copertura messo a disposizione dalla Committenza.
  • valutare e scegliere le modalità per raggiungere la posizione in quota per l’esecuzione dei lavori.
  • nel caso di una impresa, il datore di lavoro dovrà informare i propri dipendenti dei rischi specifici attinenti all’attività in oggetto tramite l’illustrazione di specifico Piano Operativo delle Sicurezza (POS).

Il manutentore delle linee vita non può essere persona improvvisata ma deve obbligatoriamente possedere un’adeguata formazione ed addestramento certificato. Nel caso di coperture sprovviste di misure protettive dovrà operare con la massima diligenza prevedendo in proprio o con l’aiuto di un tecnico qualificato alla messa in sicurezza temporanea dell’area di lavoro. Nel caso di copertura dotate invece di sistemi di protezione contro le cadute dall’alto dovrà attenersi scrupolosamente a quanto previsto nello specifico documento redatto all’uopo. In questo caso però dovrà avere anche una sufficiente esperienza per valutare se ciò che è stato previsto risponde appieno alle sue esigenze e non lo espone a rischi aggiuntivi. Diciamo che tutto il mondo dell’anticaduta sviluppatosi in questi anni a vantaggio della sicurezza degli interventi sulle coperture nasce per far fronte all’emergenza nazionale degli infortuni sul lavoro per caduta dall’alto. La sola presenza di sistemi di protezione contro le cadute dall’alto, ovvero una mancata ed adeguata formazione non garantisce la sicurezza imposta normativamente.

CHE COS’È UNA LINEA VITA DI TIPO C?

Cosa è una linea vita o Dispositivo flessibile orizzontale.

Col termine linea vita, nel linguaggio comune, si è venuto nel tempo a coniare un riferimento terminologico riferito all’installazione di dispositivi di ancoraggio flessibili di tipo C ai sensi delle norme tecniche ( UNI EN 795:2012, UNI CEN/TS 16415:2013 e UNI 11578.2015 ) che ne regolamentano la progettazione e commercializzazione. Con la parola “linea” si fa riferimento alla tipologia di dispositivo di ancoraggio ovvero un cavo flessibile disposto orizzontalmente mentre col termine “vita” il riferimento è volto alla finalità di questi prodotti ovvero di salvare la  vita delle persone che ne fanno uso.

Dispositivo di ancoraggio di Tipo C

Facendo ricorso alla terminologia tecnica, l’espressione giusta per descrivere una linea vita è quella di dispositivo di ancoraggio flessibile orizzontale di tipo C secondo la specifica norma tecnica UNI di riferimento. Sia che si faccia riferimento alla nota UNI EN 795 o alla più recente UNI 11578, di solo stampo italiano, una “linea vita” o meglio  un dispositivo di ancoraggio flessibile orizzontale di tipo C è composto, generalmente, da almeno due supporti di estremità, comunque configurati, un cavo, normalmente metallico, di collegamento fra i due supporti, un elemento di tensionamento ed uno di smorzamento degli effetti impulsivi di una caduta.

Come funziona una linea vita

é il dispositivo di ancoraggio per tetti maggiormente impiegato nella progettazione di messa in sicurezza di  una copertura in quanto consente un’ampia libertà di azione e di movimento. L’operatore agganciato ad una linea vita, attraverso un opportuno dispositivo di collegamento, è protetto da una eventuale accidentale caduta in quanto la linea flessibile raggiunta la sua massima deformazione esercita un’azione di richiamo che tende a smorzare gli effetti dell’evento. La presenza di un elemento di assorbimento dell’energia impulsiva, che si genera in occasione di una caduta, è di fondamentale importanza, in quanto permette di attenuare lo sforzo risultante che arriva ai supporti di estremità, limitandolo a valori compatibili con l’esecuzione di un normale fissaggio strutturale. In commercio esistono svariate tipologie di linee vita.

SISTEMI ANTICADUTA PER TETTI – COSA SONO?

Protezione contro le cadute dall’alto con i sistemi anticaduta.

I sistemi anticaduta per tetti di qualsiasi natura, siano essi, tetti piani, tetti inclinati, tetti in legno o qualsiasi altro materiale, sono correttamente inquadrati e definiti dalla norma UNI EN 363:2008. Alla domanda “cosa sono i sistemi anticaduta” si deve rispondere che trattasi di una protezione contro il pericolo di caduta dall’alto nei confronti delle persone esposte durante una fase lavorativa. I sistemi anticaduta certificati sono l’assemblaggio di almeno tre componenti caratteristici, collegati tra loro in modo separabile od inseparabile ma inefficaci se impiagati singolarmente, finalizzato alla protezione individuale dell’operatore che ne fa uso nei confronti della caduta.

Elementi di un sistema anticaduta.

I componenti sostanziali dei sistemi anticaduta per tetti sono: un dispositivo di presa per il corpo dell’operatore, un dispositivo di ancoraggio inamovibile rispetto al supporto resistente, un dispositivo di collegamento fra l’imbracatura indossata dall’operatore e il punto o la linea di ancoraggio. Il dispositivo specifico di presa per il corpo è quello conforme alla norma tecnica UNI EN 361:2003 ovvero la cosiddetta imbracatura. I dispositivi di ancoraggio, siano essi fissi o removibili, sono quelli conformi alla norme tecniche di settore UNI 11578:2015, UNI EN 795:2012. I possibili dispositivi di collegamento sono vari, ciascuno conforme alla propria norma tecnica di settore, ciascuno specifico  per il tipo di lavorazione da svolgere in copertura.

Arresto caduta, trattenuta, salvataggio.

La UNI EN 363:2008 individua varie situazioni tipologiche di lavorazione sulle coperture: in trattenuta, in arresto caduta, di salvataggio, di stazionamento ecc… Per ciascuna situazione tipologica si rileva il corrispondente dispositivo di collegamento opportuno: in una situazione di lavoro in trattenuta si impiegherà un dispositivo di collegamento di tipo guidato piuttosto che retrattile, in arresto caduta si adopererà il dispositivo di collegamento più performante in termini di sforzi trasmessi alla persona, deformabilità, ergonomia, ecc… I sistemi anticaduta per tetti sono gli stessi dei sistemi anticaduta per finestre, per ponteggi, per lucernari, per solai ovvero per tutte quelle situazioni in cui si ha una esposizione evidente al pericolo di caduta dall’alto.

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